Un bambino costruisce il suo Castello di sabbia in riva al mare; al confine perpetuamente mobile tra la terra e l’acqua impasta gocce di mare e grani di sabbia: infinito con infinito, Visibile con Invisibile.
«La trama [armonia] nascosta è più forte di quella manifesta»; così dice Eraclito di Efeso nel frammento che illumina l’intreccio tra Visibile ed Invisibile. Lo sguardo sui nodi che tessono queste due «trame», svela la risposta all’enigma che oggi ci pone la Sfinge: chi è un uomo che può riconoscersi nel Mondo, e «chi è» un Mondo che può riconoscersi nell’umanità?
Rispondere all’enigma è tanto più necessario, quanto più il bioliberismo mortifica l’anima accecando il nostro sguardo sull’Invisibile, e ci rende distruttori delle altre manifestazioni con le quali condividiamo l’essenza del Mondo.
Il bambino che costruisce il Castello di sabbia è allora l’Immagine, la metafora che ci accompagna nel passaggio verso il luogo ed il tempo nel quale si ricongiungono Visibile ed Invisibile.
Per questo seguiremo un antico dio: Dioniso, il «dio venturo», ed il suo linguaggio metaforico di simboli, miti e riti, per tornare a «saper leggere il libro del Mondo».
Ascolta la presentazione di Stefano Bonaga
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