Una lezione per voce e immagini di Raffaele K. Salinari
Prometeo: il Titano che rubò il fuoco dagli dei per donarlo all’umanità; da sempre il simbolo della liberazione dalla schiavitù dell’ignoranza e l’anelito alla conoscenza come fonte di libertà. Ma anche la metafora della hýbris, dell’orgoglio che vìola leggi immutabili, con la conseguente némesis, la punizione divina, in questo caso per una conoscenza di forze superiori che si possono rivoltare contro chi non è in grado di gestirle, perché il livello evolutivo non è ancora in grado di disperdere le ombre che scaturiscono dalla loro luce.
E così, prima del mostro gotico per eccellenza, la Creatura del Frankenstein di Mary Shelley, altri antecedenti mitologici e letterari ci narrano della volontà dell’uomo di ricreare la vita imitando il suo stesso Creatore. Già nella Bibbia compare la figura del Golem, il servo di argilla animato da una formula cabalistica, sino all’Homunculus creato dall’alchimista Paracelso, arrivando ai moderni trapianti d’organo. La storia della creazione della vita da parte dell’umanità è in fondo il nostro sogno maledetto, quello dell’immortalità, che però non smettiamo mai di sognare.
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