Mentre l’attenzione dei media si concentra sulle caratteristiche che prenderà Frontex plus, il nuovo sistema europeo di difesa-salvataggio da e in favore degli immigrati che tentano la via del Mediterraneo, la situazione libica e l’arco di crisi medio orientale continuano a spingere donne, uomini e bambini a cercare asilo in Europa. Scordando colpevolmente che la quasi totalità delle guerre e delle vecchie e nuove dittature oggi in conflitto tra loro sono il frutto diretto degli interessi occidentali, statunitensi ed europei, le politiche estere dei paesi industrializzati si limitano ad affrontare le onde migratorie come mere emergenze contingenti e stagionali e non invece per ciò che sostanzialmente sono: fenomeni strutturali e strutturati, oramai organici ed imprescindibili dal modello di sviluppo dominante che li utilizza a seconda delle contingenze economiche; ora come serbatoio di manodopera a basso prezzo quando il mercato tira, ora come problema di ordine pubblico internazionale da governare manu militari quando le braccia non servono più e arrivano persone richiedenti asilo. In questa contingenza appare chiaro che, al di la della retorica, l’Europa liberista agisce solo lo stretto indispensabile per non perdere la faccia di fronte alle agenzie ONU ma senza affrontare alla radice le cause strutturali del fenomeno, né tantomeno potenziare l’accoglienza a livello europeo, come dimostrano le reticenze in merito alle proposte italiane più strutturali, dal permesso di soggiorno condiviso, ai cambi richiesti a Dublino 2. Solo dall’inizio di questa settimana ci sono stati più di tre naufragi, centinaia di persone salvate da Mare Nostrum mentre in Libia il mare sta restituendo altri cadaveri, più di duecento corpi solo sulla costa est di Tripoli. Si dice che Mare Nostrum aumenta le partenze ma non è vero, il problema è che la situazione in molte aree del mondo è sempre più critica e la partenza/fuga inevitabile. La soluzione radicale quindi non è solo Mare Nostrum oggi o Frontex plus domani, ma l’innesto di politiche europee di cooperazione allo sviluppo e la pace e per l’aiuto il loco dei richiedenti asilo, tutti tasselli oggi mancanti a partire dalla colpevole assenza di corridoi umanitari e della possibilità di fare domanda di protezione nelle ambasciate europee dei Paesi di partenza. Ma la crisi strutturale della UE e quella ancor più grave dell’Italia, stanno producendo un’anestesia morale, oltre che politica, che dilaga nel Paese ed in tutto il Continente, ma da cui occorre risvegliarsi. Se, infatti, la notizia dei morti in mare pur prendendo ancora la prima pagina di molti giornali, non influenza come dovrebbe né l’opinione pubblica né quella politica, è perché questi sono morti di serie b e rappresentano solo un ennesimo problema in termini di bilancio, lo scarto delle politiche estere guerrafondaie. Adesso che non arrivano più uomini ma direttamente cadaveri, per cui non c’è neanche più posto, nei cimiteri, dovrebbe essere chiaro come, in realtà, queste morti sono il sintomo di un dispositivo che agisce erga omnes, di un sistema che in questa fase storica è detentore del potere di decidere chi deve vivere e chi deve morire: la biopolitica, il potere di sostenere la vita o lasciar morire, come diceva Foucault, è diventata nella crisi economica una tanatopolitica tout court.
E allora occorre cambiare linguaggio, chiedere all’Europa di assumersi la responsabilità anche di parte delle matrici politiche che causano questi flussi migratori. Tra l’Occidente e queste aree mediterranee è in atto una vera e propria guerra fredda, di cui gli immigranti sono le vittime: parte chi non può difendersi, chi non ce la fa. e il numero dei morti sono quelli di un bollettino di una guerra mai dichiarata che vede, da una parte interessi esclusivi ed escludenti, e dall’altra masse ridotte in povertà crescente, piegate alle ingiustizie, sottoposte a regimi che mortificano ogni diritto umano fondamentale. Se il nostro Ministro degli Esteri Mogherini, diventerà Alto Rappresentante per la politica estera europea la invitiamo caldamente a prendere da subito in considerazione scenari più ampi di quelli delle compatibilità economiche amministrate dagli eurocrati ma decisa dagli amministratori delegati delle grandi banche perché per questi oscuri signori della plusvalenza le guerre sono da sempre più profittevoli della pace.
Lilian Pizzi , Raffaele K Salinari
Terre des Hommes