L’Italia viola la Convenzione contro la tortura

È stato pubblicato il 28 aprile, il Rapporto del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa. In una lettera di accompagnamento indirizzata alla Farnesina, il Comitato, che ha visitato l’Italia nel periodo da 27 al 31 luglio dello scorso anno, così conclude: “Il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura spinge (urge nel testo originale in inglese) le autorità italiane a rivedere sostanzialmente le correnti pratiche di intercettazione dei migranti in mare, come pure ad assicurare che ogni persona all’interno della giurisdizione della legge italiana, inclusi quelle che vengono intercettate in mare al di fuori delle acque territoriali italiane da vascelli di controllo nazionali, ricevano il necessario aiuto umanitario e le cure mediche che le loro circostanze richiedono, e che essi abbiano effettivo accesso alle procedure atte a garantire il rispetto del principio della non respingibilità”. Il principio della «non-respingibilità» è alla base della Convenzione sullo Status dei Rifugiati, sottoscritta dal nostro Paese nel 1951 dove, all’articolo 33, si dice chiaramente: “Gli Stati contraenti non espelleranno o respingeranno (“refouler”) un rifugiato in nessun modo oltre le loro frontiere ove la sua vita o libertà possano essere minacciate a causa della sua razza, religione, nazionalità, appartenenza a gruppi sociali specifici o a causa della sua opinione politica”. Inoltre nello specifico dell’Europa comunitaria, vige l’articolo 3 delle Convenzione Europea dei Diritti Umani, che estende il principio della «non-respingibilità» (nonrefoulement in francese) a tutte le persone che possono essere esposte al rischio di tortura, umiliazioni, trattamenti degradanti, qualora tornassero in paesi nei quali questo rischio è acclarato.

In conclusione, dice il Rapporto: “Come risultato del principio di «non-respingibilità» gli Stati sono obbligati a verificare se i migranti hanno bisogno di queste diverse protezioni, e nel caso, agire di conseguenza”. Il Rapporto analizza poi in particolare i respingimenti in mare verso la Libia che furono attuati in quel periodo, e torna sulla violazione da parte delle autorità italiane di entrambe queste Convenzioni, elencando una serie di mancanze, inclusi i dati necessari a verificare l’identità, la provenienza, e l’effettiva necessità dei migranti di richiedere eventualmente asilo. Inoltre il Rapporto chiarisce che, secondo la Convenzione, ed anche il Protocollo delle Nazioni Unite contro la Tratta ed il Traffico di esseri umani, che prevede all’articolo 16 che debba esserci una particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili, donne e bambini, una buona parte di quei soggetti lo fossero. In specifico, il rapporto denuncia le condizioni cui sono sottoposti questi soggetti al loro rientro in Libia e sottolinea come lì tutte le condizioni negative evidenziati dalla Convenzione contro la Tortura, siano possibili. Basterebbe questo a mettere il nostro Paese in una posizione estrema nel panorama, della sempre più destrorsa e xenofoba Europa ma, vogliamo aggiungere noi per completezza di informazione, che l’attuale politica sui respingimenti, viola anche la Convenzione Onu sui Diritti dei Minori, che obbliga gli Stati firmatari a verificare se ci sono minori a bordo delle barche di migranti e, in questo caso, ad assisterli indipendentemente dal loro status. E dunque, tre violazioni conclamate caratterizzano l’attuale clima sull’immigrazione, a cui si aggiungono quelle legate al diritto allo studio, alla salute, e le «normali» violazioni delle Convenzioni ILO sui diritti dei lavoratori migranti. Non c’è che dire, un bel record per una nazione baluardo delle frontiere della Fortezza Europa. Eppure, come ci ricordava un vecchio detto, sotto queste mura sempre più alte e sempre più selvaggiamente militarizzate, si accampano quei «dannati delle terra» che, se non saranno accolti ed integrati nei nostri territori, faranno ardere i fuochi dei loro accampamenti con fiamme sempre più alte che, alla fine, illumineranno solo le rovine della nostra democrazia.

Raffaele K Salinari, Presidente Terre des Hommes

Pubblicato sul manifesto il 4-5-2010

 

 

http://www.cpt.coe.int/documents/ita/2010-inf-14-eng.pdf

 

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