Contro la violenza sulle bambine all’ONU, da Repubblica 5-3-2013

Si e’ aperta il 4 marzo la 57settesima sessione del CSW (Commission on the Status of Women), l’organismo ONU fondato nel 1946 e deputato all’eguaglianza di genere ed alla promozione della donna. La sessione in corso è dedicata alla “eliminazione e prevenzione di ogni di violenza contro le donne e le bambine” e vedrà la partecipazione dei rappresentanti degli Stati e dei Governo aderenti all’Organizzazione delle Nazioni Unite, ma anche di numerose Ong internazionali che porteranno qui la loro voce e le loro esperienze. In particolare quest’anno il focus sarà sugli sviluppi della strategia da adottare alla conclusione del lungo ciclo che chiuderà, nel 2015, le politiche concernenti gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, lanciati nel 2000 dall’Assemblea Generale dell’ONU per sconfiggere la povertà ed assicurare a tutti gli abitanti del pianeta i diritti essenziali: istruzione, salute, alimentazione, accesso all’acqua e parità di genere. Anche se con un paio di anni di anticipo alcune conclusioni sono già evidenti: i Paesi che hanno migliorato i loro indicatori socio sanitari, lo hanno fatto perché si sono dotati di politiche interne più eque, ed hanno investito in educazione, sanità e soprattutto nel sostegno ai diritti per le bambine. Ancora oggi, infatti, gli indici negativi riguardo alla povertà ma, più in generale, ad ogni mancanza legata ai diritti fondamentali, vedono le donne tra i più poveri dei poveri e tra i più esclusi anche dalla fruizione di diritti a cui gli uomini accedono invece normalmente. Le situazioni di disparità sono tantissime, dai codici di famiglia che non riconoscono alle donne i diritti di proprietà, alle tendenze religiose che negano al mondo femminile l’accesso alle libertà fondamentali. D’altra parte è evidente che, dove le donne infrangono il “soffitto di vetro” e raggiungono la parità, il livello di sviluppo, di socialità, di welfare, ma anche di cultura generale, sicurezza umana, e natalità consapevole, sono ad uno standard superiore. Ed è proprio su quest’ultimo punto, sull’affermazione cioè dei diritti riproduttivi, che l’Europa rischia di spaccarsi e non poter negoziare in maniera unitaria per quanto concerne la dichiarazione finale. Anche se i negoziati intraeuropei sono ancora in corso, Malta e Polonia sono contrarie ad una esplicita dichiarazione in favore di questi diritti, e così indeboliscono la posizione di un continente già molto esposto alle divisioni in materia di politica estera comune. La delegazione italiana, capeggiata dal ministro Fornero, è molto impegnata nel ricucire le posizioni europee ed ha organizzato diverse iniziative che coinvolgono le associazioni impegnate sul tema. La relazione genere/sviluppo dunque è al centro della discussione che vede la violenza contro donne e soprattutto bambine, crescere in tutto il mondo ed in forme sino a qualche anno or sono inedite o marginali. Sono infatti da 500 Milioni a 1 miliardo i bambini nel mondo vittime di una qualche forma di violenza, più della metà sono bambine; 100 milioni di bambine mancano all’appello in India per via degli infanticidi e degli aborti selettivi, 9 milioni di bambini muoiono nel mondo per cause evitabili (50% circa sono femmine), 215 milioni di bambini lavoratori di cui 88 milioni le bambine, e 140 milioni di donne sono vittime di mutilazioni genitali femminili. A quest’ultimo tema verrà dedicata una serie di eventi speciali, dato che il fenomeno, seppur in sostanziale diminuzione nel mondo, si sta spostando verso i Paesi di immigrazione. In Europa, ad esempio, le vittime sono già 500.000, e 35.000 solo in Italia. Ma il tema centrale resta quello della violenza contro le bambine e le donne, che anche nel nostro paese è in preoccupante crescita. Dai dati raccolti da Terre des Hommes per la campagna InDifesa contro la violenza sulle bambine (www.indifesa.org), e forniti dalla Polizia Di Stato, i reati con vittime bambini sono stati circa 4300 nel 2010, e circa 5.000 nel 2011. L’analisi dei dati ci dice che aumentano soprattutto i reati a sfondo sessuale che vedono vittime le bambine. Un altro dato allarmante, che giustifica la presenza delle Ong in difesa dei diritti dei bambini in questa sessione ONU, è l’esposizione delle donne ad una violenza potenziale, che in Italia sono circa 10.000, dati che rappresentano, in quanto ufficiali la punta di un iceberg. Ma che chiariscono quanto il tema delle prevenzione sia centrale e metta in gioco la pluralità del attori istituzionali e sociali.

Raffaele K. Salinari

Presidente Terre des Hommes

 

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