Paolo Pravisani è il primo straniero condannato per turismo sessuale in Colombia. Dopo una lunga udienza il 15 luglio a Cartagena, infatti, è stato riconosciuto colpevole di pedofilia, detenzione di materiale pedopornografico e induzione alla prostituzione. Si tratta di una sentenza storica che spezza finalmente il cerchio di omertà e complicità che da anni si chiudeva attorno alle tante vittime della prostituzione infantile e copriva gli sfruttatori ed i clienti, molti dei quali italiani, per i quali il turismo sessuale rappresenta una delle forme della «trasgressione» più a buon mercato. Ed è in questa prospettiva che la sentenza va vista e sostenuta nella sua logica giudiziaria e penale. Se la sentenza contro Previsani diventerà di pubblico dominio, certamente chi pensa di commettere impunemente dall’altra parte del mondo e con la complicità del «io non lo sapevo», un delitto sessuale ci penserà due volte. Se pensiamo che solo dalla pornografia via internet la criminalità organizzata ricava nella sola Europa più di tre miliardi di euro l’anno, capiamo che questa sentenza è un granello di sabbia che però erode una macchina complessa e nella quale giocano interessi enormi e soprattutto globali. Lo sfruttamento della prostituzione, specialmente minorile, è infatti una delle prime tre voci delle economie criminali, insieme alle armi ed alla droga, e dunque alimenta direttamente tutte le altre. Ovviamente non ci illudiamo: una sentenza non cambia certo il mondo della prostituzione infantile, ma per la Colombia e per tutte le vittime di questo tipo di delitti è un passo estremamente significativo che rafforza l’impegno di quanti pensano che i delitti contro l’infanzia debbano essere considerati dei veri e propri crimini contro tutta l’umanità. Il Giudice fisserà entro un mese la pena da scontare, nel frattempo ha ordinato che Pravisani venga trasferito nel carcere di Ternera dalla clinica psichiatrica nella quale si era rifugiato durante tutto il processo. Dopo aver scontato la pena Pravisani verrà espulso dalla Colombia. Paolo Pravisani, cittadino italiano residente in Colombia, è stato dunque riconosciuto colpevole di aver pagato minori per abusarne sessualmente, nonché di aver pagato delle donne per compiere atti sessuali con minori, ai quali egli assisteva. Assieme a lui sono state condannate le due donne, Hilda Martínez e Angélica Tovar, per atti sessuali con minori di 14 anni e come complici di stimolo alla prostituzione e pornografia infantile. Il processo Pravisani è stato il primo di questo tipo istituito in Colombia contro un cittadino straniero. Il caso si è aperto a seguito della morte per overdose di Yesid Torres, un quindicenne impiegato da Pravisani ufficialmente come lavoratore domestico e trovato nudo, in preda alle convulsioni da cocaina accanto a lui il 23 febbraio 2009. Il caso è stato seguito dall’avvocato Fredy del Toro, che collabora a un progetto di lotta al turismo sessuale e sfruttamento di minori di Terre des Hommes a Cartagena, meta turistica molto nota sulla costa caraibica. Il turismo sessuale è un fenomeno molto diffuso in Colombia, a causa dell’indigenza in cui versa gran parte della popolazione. Circa la metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà; tra di loro ci sono i quasi 4 milioni di sfollati a causa del conflitto tra esercito, guerriglia e paramilitari o per le pressioni dei narcotrafficanti. Città come Cartagena sono circondate da baraccopoli dove le famiglie sono costrette ad accettare o addirittura a favorire lo sfruttamento dei propri figli nella prostituzione. Yesid è solo uno dei tanti che proveniva da lì e che ha trovato la morte La sentenza dunque è stata sollecitata anche contro questo modo di sfruttare la povertà e le ingiustizie sociali, perché è nelle disuguaglianze terribili che vivono molti paesi che bisogna cercare le radici di questi fatti. Anche da noi si profila sempre più lunga e minacciosa l’ombra di questa situazione, anche in Italia aumentano le violenze contro i minori a sfondo sessuale, tanto che il Consiglio di Europa ha sollecitato l’Italia sottoscrivere la recente Convenzione contro la violenza sessuale sui minori. Anche da questi gesti valuteremo il livello di civiltà o inciviltà politica raggiunti.
Raffaele K Salinari, Presidente Terre des Hommes
Pubblicato sul manifesto il 18-7-2010